Archive from maggio, 2015
Mag 9, 2015 - Genitorialità    Commenti disabilitati su Dalla “parte” dei Papà!!!

Dalla “parte” dei Papà!!!

Essere genitori non vuol dire avere dei figli …negli ultimi anni abbiamo assistito ad importanti modifiche strutturali della società ed una di queste riguarda senz’altro l’importanza della figura del Papà. I dati delle ricerche testimoniano che le trasformazioni in atto riguardano la concezione dei rapporti interfamiliari: sono le rappresentazioni dell’identità di genere, dei rapporti fra i sessi, della paternità e della maternità ad essere cambiati. La cura responsabile non è un compito di un solo genitore ma è un compito comune ad entrambi. Funzione materna e paterna non vengono suddivise ma piuttosto condivise come recita la legge dell’8 Febbraio 2006. Sembra che le aspettative della società assumano un ruolo pari a quello delle nostre fantasie…in ognuno di noi vi è l’immagine idealizzata del padre e nell’immaginario collettivo, chissà perché, l’eroe, quello che compare proprio alla fine del film, quando ormai tutto sembra perduto e che miracolosamente risolve le difficoltà, è proprio il padre.images (20)

L’immagine del padre, figura autoritaria, non esiste più: gli uomini hanno acquisito maggiore importanza all’interno delle mura domestiche conquistando parti da un modello di genitorialità che li privava della possibilità di vivere pienamente il rapporto con i figli. Nei discorsi sui padri e sulla paternità vengono evocate tanto le immagini della presenza e della partecipazione, quanto quelle dell’assenza e della «perifericità». Se da un lato si delinea l’idea giocosa e ottimistica dei «nuovi padri» che si occupano lietamente dei propri figli ,

download (8)

dall’altra si profila l’ombra della crisi o del declino, con una diffusa preoccupazione sia per la marginalizzazione dei padri nella famiglia, sia per il vero e proprio allontanamento dai figli, di cui “sarebbero vittime” nei casi sempre più numerosi d’instabilità familiare. La crisi della paternità risiede proprio in questa assenza: mentre la famiglia medievale era un ambiente elastico e complesso, nel quale la pluralità delle relazioni ostacolava il formarsi di legami troppo diretti e profondi,  images (21)cat_dante_05citta08

 

 

nella famiglia moderna, la funzione del padre è fortemente caratterizzata da un innalzamento della sua portata affettiva. La distinzione tra legami privati e relazioni sociali, è un grande progresso che ha determinato un’evoluzione nella vita privata ed un arricchimento dei legami affettivi. I sentimenti parentali sono diventati più profondi e quindi più complessi, ed anche conflittuali. La crisi della paternità, sembrerebbe quindi causata dalla necessità di far coincidere i nuovi bisogni affettivi suscitati dall’evolversi dei rapporti intrafamiliari e l’incapacità dei padri di affrontarli in maniera soddisfacente. Se è vero che un figlio cerca la sicurezza e la necessità di essere compreso, l’instabilità, l’irregolarità, l’insicurezza, sintomi della mancanza di disponibilità emotiva/psicolgica, esasperano i malintesi creati dalle richieste del figlio.

R. Elges, libraio, nato nel 1955 da “Padre cercasi” di Gebauer K.

La prima cosa che mi viene in mente quando penso a mio padre è il pastore che predica dal pulpito…Era piuttosto uno che lasciava le faccende familiari a mia madre…Era un cocco di mamma ha voluto che sua madre vivesse con noi…Avevo un anno quando lui assunse un nuovo incarico lavorativo…Doveva occuparsi di una comunità più grande, alla quale consacrò tutte le sue energie. Aveva bisogno delle sue energie per il lavoro, ma per me non ne aveva…Non riesco a ricordare un’occasione in cui mio padre abbia giocato con me. Anche quando avevo preoccupazioni e paure, non sapeva aiutarmi. In seguito mi sono staccato da mio padre… Per me è stato un bene…Non vi era nessuna vicinanza emozionale…Il conflitto con mio padre mi ha fatto chiaramente capire il tipo di padre che volevo diventare. Ho modellato io stesso il mio ruolo paterno…. Ho accudito i miei bambini, ho fatto sentire loro la mia vicinanza fisica…Sono stato molto attento che mia moglie non monopolizzasse il rapporto con i bambini…Ho assaporato quei momenti in cui avevo l’attenzione dei bambini…Mi ricordo di tutte le loro nascite, ero sempre presente …Il nostro rapporto è cominciato li attraverso il calore e la vicinanza. Ha avuto inizio un rapporto che noi uomini dobbiamo costruire…Attualmente mia moglie deve assentarsi una volta al mese…Vi sono cose che uomini e donne fanno diversamente…Io collaboro con i miei figli…Concordiamo per esempio di fare entro un ora le cose che hanno priorità assoluta, poi ci dedichiamo ai giochi che possiamo fare insieme…Per molti padri questo è un ruolo spiacevole. Quando si ha una famiglia con tre figli ci si sente subito sovraccarichi …ci si rende subito conto che il tempo a disposizione è molto ridotto… Con i miei genitori non c’era nulla da imparare, il loro era un modello statico. C’era un padre patriarcale che però a casa non aveva pressoché nulla da dire. E c’era una madre che ogni volta appianava le cose”…

La storia del signor Elges è una storia comune a molti uomini che insoddisfatti del rapporto con il proprio genitore ed insoddisfatti dello scarso supporto fornito dai familiari trasformano un’esperienza insoddisfacente e lacunosa in un’esperienza appagante. Nella testimonianza appena citata il Signor Elges si confronta e confronta il proprio operato con quello paterno e con quello di altri padri con i quali condivide l’impegno verso i propri figli, la famiglia. Dà ampio rilievo alla vicinanza emozionale e fisica nei confronti dei ragazzi, offre loro sicurezza e protezione, fornisce stimoli, mostra interesse per i dispiaceri e le necessità dei bambini, organizza le attività quotidiane ed è disponibile al confronto. Un atteggiamento paterno ricco di attenzioni verso i figli, un atto volontario, compiuto dal protagonista che mai delega le proprie responsabilità, che trae giovamento dall’amare, che prova gioia nel dare, che è felice di rendere felice. La maggior parte degli uomini desidera essere un padre capace di offrire appoggio, perciò…Coraggio Papà!

 

Se si desiderano maggiori informazioni o avere una consulenza mirata

callDr.ssa Carla Piras

3248497238

cpstudio3@virgilio.it

Mag 8, 2015 - Genitorialità    Commenti disabilitati su Dalla “parte” delle mamme!!!

Dalla “parte” delle mamme!!!

Essere genitori non vuol dire avere dei figli…Contro i genitori si sono versati fiumi d’inchiostro, i giornali sono pieni di storie di bambini rifiutati, trascurati, contesi. In letteratura troviamo manuali che partendo dall’osservazione del bambino stabiliscono che tipo di relazione è stata instaurata e se è del “tipo” giusto. Certo è, che diventare genitore, significa navigare in acque pericolose.download (9)

Troppi si, troppi no, vietato vietare, bisogna che ci siano le “regole ma devono essere quelle giuste, (a saperle quelle giuste!). Nelle librerie è pieno di manuali su come debba essere il genitore perfetto, il papà perfetto, la mamma perfetta. La figura più esaminata, controversa e discussa e senz’altro la figura materna. La maggior parte degli studiosi, nel tentativo di trovare una spiegazione ai vari tipi di disturbo della personalità ha individuato, a seconda dell’orientamento e del periodo storico di riferimento, nella madre l’imputato ideale. images (19)

Secondo tale modello, il modello monotropia, certamente si, poiché questo prevede che solo l’attaccamento con la madre inciderà sullo sviluppo socio-emotivo del bambino, le relazioni stabilite con altre figure non avranno alcun peso, ma la rappresentazione della relazione stabilita con la madre, verrà applicata a tutte le altre relazioni. Questa ipotesi ha trovato numerose conferme, e così come fu per Freud, per il quale la causa dei disturbi era da ricondurre ad un qualche trauma occorso in tenera età, anche per il modello monotropia si trova una spiegazione al disturbo. L’osservazione delle modalità con le quali l’adulto ed il bambino gestiscono l’interazione è di particolare interesse ed aiuta a comprendere in modo più chiaro, come la famiglia e le relazioni, che il bambino sperimenta al suo interno, contribuiscano a costruirne l’identità. Certamente i primi anni di vita sono di fondamentale importanza per la costruzione dell’identità ma non sono gli unici e certamente, la modalità con la quale l’adulto di riferimento si prende cura del bambino è importante ma non determinante. Parallelamente agli studi che cercano di confermare l’ipotesi monotropia altrettanti studi dubitano della sua validità. L’ipotesi gerarchia, in cui non si nega l’importanza che le altre figure hanno nei confronti del bambino, indica una preferenza nei confronti della madre, una sorta di hit-parade, con la mamma al primo posto images (22).

I dati delle ricerche che hanno analizzato il rapporto che s’instaura tra i bambini e le educatrici dell’asilo nido, hanno dimostrato una maggiore indipendenza fra le diverse relazioni d’attaccamento, proponendo che il bambino sia in grado di stabilire legami d’attaccamento di qualità diversa, con caregiver differenti. La qualità del legame dipenderà dal ruolo assunto dal caregiver nei confronti del bambino. Dagli studi effettuati negli ultimi anni sugli effetti delle cure extrafamiliari come nidi o ludoteche ecc,  è emerso, un dato estremamente interessante. Il tipo di legame che il bambino sviluppa con gli educatori  ed il tipo di legame che il bambino sviluppa con i genitori sembra essere indipendente, in altre parole non ci sarebbe un “tipo” di attaccamento prevalente che funga da prototipo per la costruzione di legami futuri, ma l’integrazione dei diversi legami diventerebbe il miglior predittore dello sviluppo infantile. L’avere stabilito legami sicuri con diversi caregiver, assicura uno sviluppo socio-emotivo più avanzato rispetto ad un bambino che ha sperimentato un attaccamento con solo una o due figure. Il bambino già alla nascita possiede le capacità di organizzare le esperienze, di partecipare alle interazioni tenendo conto di tutte le relazioni che intrattiene nei diversi contesti, ed è in grado di coordinare azioni e di dotare le realtà di significato in base ai differenti contesti . Si riconosce, in questo modo, al bambino la capacità di organizzare le esperienze e di dotarle di significato, il bambino non più da plasmare, ma a sua volta attore, con una propria dignità. Nel contempo si deresponsabilizzano le madri di alcune, non di tutte, le colpe del mondo, considerando che gli effetti nefasti di un attaccamento insicuro possano essere compensati dagli effetti positivi dati dalle cure di un altro o di altri caregiver. Dall’analisi della letteratura l’impressione che se ne ricava è che non esista un modello unico di relazione, ma che le diverse modalità, le diverse relazioni e i suoi esiti, dipendano dall’influenza di numerosi fattori. Vale la pena ricordare che, “nonostante le madri”, la maggior parte dei bambini, diventano adulti amorevoli e sereni. Essere genitore è percorso che si evolve nel tempo ed ha significati diversi a seconda del periodo, della cultura, del contesto… Coraggio mamme!

 

Se si desiderano maggiori informazioni o avere una consulenza mirata

callDr.ssa Carla Piras

3248497238

cpstudio3@virgilio.it

Pagine:«12