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Ago 7, 2015 - depressione    Commenti disabilitati su I disturbi dell’umore post-partum

I disturbi dell’umore post-partum

images (23)Dopo la nascita di un bambino, può capitare, che la donna non si senta così felice come pensava che avrebbe dovuto essere. Al contrario, può sentirsi triste senza motivo, irritabile, incline al pianto…inadeguata nei confronti dei nuovi ed impegnativi compiti che la attendono. Nella maggior parte dei casi questo stato d’animo è del tutto fisiologico e passeggero, nel giro di poco tempo, questi sentimenti negativi, passano e la neomamma può godere appieno della vicinanza del suo “cucciolo”. Si tratta, in questi casi di baby-blues, uno stato depressivo temporaneo e senza nessuna conseguenza.Depressione-post-partum-a-Milano-corsi-comunali-per-le-neomamme

La gravidanza costituisce un passaggio maturativo essenziale, ed ha in se tutte le caratteristiche di rischio/opportunità, di un evento pieno di gioia, che comporta anche tutta una serie di pesanti prove che la donna si trova di colpo a dover affrontare. Non è solo la neomamma a dover affrontare la gravidanza come una prova, tant’è, che il diventare genitori rappresenta la più grande crisi transizionale della coppia. Ai fattori psichici, poi, vanno aggiunti i fattori biologici, legati non solo allo stress del parto ma soprattutto alle imponenti variazioni ormonali associate alla fine della gravidanza ed alla nascita del bambino.

images (18)All’origine della depressione post partum c’è quasi sempre un mix delle due componenti chiave dell’essere umano, il corpo e la mente, a cui va aggiunto un terzo fattore: il contesto ambientale e familiare. Ma più che di depressione post partum sarebbe meglio parlare di Disturbi dell’Umore in Puerperio, (D.U.P.), molto variabili per intensità e gravità. Si parte dalle forme lievi, note come “baby blues” o “maternal blues” o “lacrime da latte”che si risolvono con l’affetto del partner e della famiglia, per passare poi alla depressione puerperale vera e propria, molto più invasiva e duratura, che si manifesta con sintomatologia variabile, fino ad arrivare ai disturbi gravi racchiusi nella definizione di psicosi puerperale, molto rara, che, solitamente, si manifesta nella prime quattro settimane.

download (1)Diventare madre, significa doversi adattare a tutta una serie di cambiamenti, fisici, emotivi e sociali, che spesso vengono sottovalutati o non riconosciuti. Ancora oggi, nell’immaginario collettivo, si pensa che diventare madre sia la “cosa più naturale” e che la madre, guardando il proprio cucciolo sappia, automaticamente ciò di cui ha bisogno. La realtà è ben diversa, prima che scatti la famosa scintilla, è necessario un periodo di “rodaggio” fatto di errori, frustrazioni e qualche piccola gioia. In questa fase, madre e figlio, imparano a conoscersi ed a capirsi. Accade spesso che l’incontro tra madre e figlio generi nella madre dubbi, ansie e paure e che la madre trovi difficoltà ad adattarsi al suo nuovo ruolo, percependo le continue richieste del neonato come minacce e sentendosi soprafatta dalle richieste e dalle aspettative legate alla maternità.

Oltre ai fattori biologici, concorrono al manifestarsi della stessa molte altre cause, quali per esempio, eventi di vita stressanti occorsi nell’ultimo anno, difficoltà familiari o di coppia, isolamento sociale, fattori di personalità tra cui un forte bisogno d’ordine e di controllo, l’umore durante la gravidanza, temperamento e salute del bambino, aspettative sociali legate alle “gioie” della maternità.images (20)

Nella depressione post partum, si osservano molti sintomi: irritabilità, confusione, ansia, attacchi di panico, perdita d’interesse, disturbi del sonno, dell’appetito tristezza, senso di colpa. Questi sintomi, hanno una rilevanza particolare, non solo perché ostacolano il recupero della madre, ma anche perché possono compromettere il benessere del bambino. E’ importante ricordare che una depressione post-partum non curata tende a cronicizzare, che la depressione della madre riduce le possibilità di sviluppare una buona sintonia col bambino, cosa che aumenta il disagio e complica la risoluzione del quadro. La gravità può variare da episodi di depressione minore, spesso non diagnosticati, perché il funzionamento della madre è apparentemente buono, fino a episodi di grave depressione maggiore. La depressione post partum si differenzia dal baby blues per una maggiore gravità e durata dei sintomi e differisce dalla psicosi post partum per la quale è spesso necessario oltre che un immediato intervento psichiatrico, un ricovero ospedaliero.images (14)

Il nuovo ruolo viene spesso rappresentato in maniera irrealistica: le neomamme, vengono rappresentate in maniera idilliaca, sempre sorridenti, mai stanche, perfettamente truccate con in braccio bambini serenissimi e sorridentissimi…le loro case brillano!

Le madri che hanno aspettative di questo tipo, si sentono spesso fallite nell’affrontare i problemi e nel far fronte alla situazione reale.

Alcuni falsi miti  possono generare frustrazione e predisporre al disagio psicologico:

images (8)Fare la mamma è istintivo, niente di più falso, è una attività complessa che richiede l’apprendimento di molte tecniche e astuzie di vario genere. Non deve essere un dramma se inizialmente si incontrano degli insuccessi.

images (21)Il bambino perfetto, quasi tutte le mamme si fanno un “ritratto” del nascituro, e se non coincide, comincia la frustrazione magari aggravata dal confronto con i figli degli altri…sempre più bravi, buoni e carini! E’ un illusione, ogni bambino che nasce ha una sua personalità e un suo temperamento, così come delle caratteristiche fisiche, alcuni sono soggetti a coliche o piangono o rigurgitano più di altri, insomma bisogna “adattarsi” al nuovo arrivato, pensando che il meglio debba ancora arrivare.

Mamma è perfezione, è ovvio che nessuno sia perfetto e comunque anche gli errori sono ammessi. Anche non provare, inizialmente, un eccezionale trasporto per il neonato, è normale. L’affetto cresce con la confidenza, e questo non significa non essere una buona madre.download

 

callDr.ssa Carla Piras

3248497238

cpstudio3@virgilio.it

Questo Blog ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e non verranno pubblicate.

Giu 29, 2015 - depressione    Commenti disabilitati su La non vita: depressione

La non vita: depressione

dadadadE’ così da quando mi ricordo di esistere Fin da bambina, sembra assurdo, ma è così. Ricordo che mi isolavo e piangevo pensando sempre la stessa cosa: “Nessuno mi vuole bene”. Ora ho 40 anni e la mia vita è sempre stata un’altalena di malesseri più o meno consapevoli. Eppure gli altri pensano che io sia una donna forte, sempre sorridente, “così solare” mi dicono. L’unico modo che ho per stare bene è quello di non lasciarmi coinvolgere emotivamente. Ma non sempre è possibile e quando capita (nel lavoro, negli affetti, nelle relazioni familiari) e vivo anche una minima delusione, è un disastro. Penso che farei meglio a non esserci, a non vivere, a lasciar perdere tutto. Sono stata da due psicanalisti diversi, uno che lavora in un ospedale pubblico e uno privato (da un euro al minuto) ma, incoraggiamenti a parte, non sono riusciti a indicarmi una via d’uscita. Ho anche seguito una cura a base di farmaci, soprattutto per riuscire a dormire, che mi ha fatto stare meglio, ma quando l’ho sospesa (dopo tre mesi) è tornato tutto esattamente come prima. Sono certa che ne uscirò, com’è accaduto altre volte, usando la ragione, facendomi guidare dal raziocinio e dal buon senso, distinguendo quello che è giusto da quello che è sbagliato. Devo staccare il cuore, però, e vivere freddamente perché, se mi lascio travolgere dai sentimenti e dalle passioni, resto delusa, sto male e piango, non dormo, non voglio vivere. Chissà, forse ha ragione chi ha detto: “Ma gli idioti perché non soffrono di depressione?”. Forse è così e basta, come avere i capelli biondi o il naso storto, forse la depressione non è una malattia, ma è il naso storto. Qualche volta penso che avrei solo bisogno di non essere sola, di vivere come si faceva un tempo in comunità, tutti insieme con i nonni, i cugini, i parenti e i vicini, una vita più semplice e povera, ma forse più ricca di umanità. Nonostante tutto, io, continuo a sperare”…(dal sito depressione-ansia.it)download (7)

Ciascuno di noi ha sicuramente fatto l’esperienza della “depressione”. La depressione è una reazione normale a perdite dolorose come, per esempio, l’improvvisa morte di un caro o la perdita della persona amata, problemi di salute, e, di questi tempi, è piuttosto frequente, purtroppo, la perdita del lavoro…

La tristezza, è una emozione umana, ed è perfettamente normale attraversare dei momenti di sconforto in relazione a determinati eventi. Tuttavia, esistono delle persone la cui reazione o la cui tendenza alla depressione, risulta essere disarmonica. Queste persone cadono in un abisso di disperazione, apparentemente, senza alcuna ragione; tra l’immagine di sè dalla persona depressa, ed i fatti obiettivi, esiste un invalicabile scoglio e le persone che versano in questa condizione, non si lasciano convincere facilmente dall’evidenza né dalla logica.

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Questa condizione emotiva ed emozionale che oggi chiamiamo depressione, è stata descritta da molti scrittori col nome di “melanconia”, con la quale si sottolineavano i turbamenti dell’umore, il comportamento auto degradante, il desiderio di morte, ed altri sintomi fisici e vegetativi quali per esempio l’agitazione, l’insonnia o l’inappetenza. L’anedonia, (i depressi si sentono indifferenti a tutto), rappresenta in genere una caratteristica tipica o sintomo patognomico della depressione. Negli ultimi anni, è diventata consuetudine considerare questa condizione come un disturbo affettivo o disturbo dell’umore, ma, è bene tenere presente, che, in molti casi, non si individua alcuna anomalia nell’umore della persona. La depressione, può essere mascherata ed il depresso non si rende conto di essere tale, il corpo esprime un disagio che la mente non riesce a percepire, classici sintomi sono, per esempio, mal di schiena, insonnia, stanchezza eccessiva, stitichezza, dolori muscolari.

Col termine depressione gli psicologi indicano una patologia contraddistinta da sintomi specifici, in grado di compromettere la capacità di una persona di affrontare la vita. Alcune di queste persone percepiscono il loro stato in maniera così totalizzante da non riuscire più a far fronte ad alcuna necessità della vita: non hanno contatti sociali, non riescono a mantenere un lavoro o un livello d’igiene decoroso.images (5)

Un’altra caratteristica della depressione è sicuramente la sua ciclicità o periodicità, un episodio depressivo può presentarsi e risolversi spontaneamente senza l’aiuto di alcun trattamento ma può capitare, anche a distanza di anni, che si rimanifesti. La ricorrenza, cioè la tendenza a ripresentarsi regolarmente, è da sempre, una caratteristica dei disturbi dell’umore. La maggior parte delle persone che si rivolgono a uno specialista ha già sofferto di episodi depressivi minori, di breve durata e che si sono risolti spontaneamente.

I disturbi dati dalla depressione costringono l’individuo a vedere se stesso, il proprio mondo e il proprio futuro in chiave negativa. Le persone depresse interpretano in maniera selettiva ed impropria i fatti e le esperienze, vedono la vita costellata di ostacoli e situazioni traumatiche che li sminuiscono, si considerano inadeguati, tendono ad attribuirsi le esperienze spiacevoli, come fossero conseguenza di un proprio difetto fisico o umorale o mentale. La reazione del depresso si basa su una interpretazione erronea dei dati disponibili e non su dati sbagliati, dal momento che la persona si aspetta un esito negativo su qualsiasi fronte, egli è privo di qualsiasi stimolo per fare qualsiasi cosa.

download (4)Generalmente, condividiamo con il senso comune, l’idea di percepire la realtà in maniera del tutto veritiera, ma, nell’interpretare qualsiasi situazione di vita, le persone hanno a disposizione numerose alternative per quanto riguarda la selezione delle informazioni, in realtà noi non videoregistriamo la realtà (come crediamo!), ma dirigiamo la regia, sottostimiamo il nostro contributo all’elaborazione dei dati. Il contenuto dei dati che si individuano nelle persone depresse, si traduce nell’interpretazione arbitraria, negli atteggiamenti distorti, nelle premesse sbagliate e nelle aspettative non realistiche.

La depressione è la manifestazione di un equilibrio che viene alterato, la causa di questa alterazione non è però unica ma dipende da svariati fattori, essendo causata da molteplici variabili, non c’è un solo modo per affrontarla ma è possibile, anzi auspicabile, un approccio integrato che comprenda ogni aspetto medico, clinico e psicologico e richiede una collaborazione tra diversi specialisti ed anche di supporto sociale (familiari, amici).images (14)