S/LEALTA’? La Famiglia invischiante
Quando due persone si sposano o vanno a convivere, costituiscono un nuovo nucleo familiare: la coppia
Il compito che i membri della coppia sono chiamati ad assolvere, come figli, è quello di realizzare un nuovo tipo di legame con le famiglie d’origine. Il processo di differenziazione ha origine con la scelta del partner, si consolida nel matrimonio o convivenza e vive un momento decisivo con la nascita dei figli.
La questione del mancato svincolo dalla famiglia d’origine è un argomento molto complesso che inizia nella primissima infanzia e che necessita di un contesto capace di dosare, le necessità di protezione e cura, con quelle di allontanamento e indipendenza. Un contesto efficace, a tale scopo, è quello che promuove l’esplorazione, e che rassicura, il bambino nelle prime esperienze di separazione.
Un contesto familiare ansioso, caratterizzato da confini rigidi in cui viene veicolato il messaggio che il mondo esterno è pericoloso , che solo la famiglia può offrire un valido supporto, svilupperà quasi certamente, dei tratti di dipendenza e al contempo un vissuto di insicurezza, che diminuiranno le capacità di svincolo a partire dalla fase adolescenziale. Solitamente si tratta di soggetti a cui da sempre sono stati veicolati specifici “mandati familiari”, cioè insieme di compiti, che ogni membro è chiamato a soddisfare, aventi un carattere vincolante, finalizzati ad impedire in modo più o meno consapevole lo svincolo.
La famiglia cosiddetta “invischiante” non consente ai propri componenti di esplorare il mondo, attua strategie di controllo, agisce sul senso di colpa. Al figlio a cui non viene concessa la libertà di allontanarsi, di soffrire, sbagliare e cadere, non verrà nemmeno concessa la possibilità di imparare a gestire le frustrazioni, rimediare ai propri errori e a rialzarsi dopo un fallimento.
I genitori che faticano a porre in essere una relazione, capace di promuovere le sue capacità, in futuro saranno, molto probabilmente, incapaci sia di accettare i confini tra il proprio nucleo e quello che il figlio andrà a costituire, che di gestire il vissuto di tradimento che sperimenteranno dopo il suo “abbandono”.
Il mancato svincolo da essa rappresenta, com’è facilmente intuibile, un importante fattore di rischio per la strutturazione e il mantenimento del rapporto di coppia. L’intensa sofferenza che deriva da una situazione di questo tipo è responsabile talora di separazioni e divorzi. Spesso all’origine della crisi di coppia, vi è l’incapacità di uno o di entrambi, di separarsi dalle rispettive famiglie d’origine. I comportamenti sono inconsciamente motivati dall’obbligo percepito di non poter deludere le aspettative dei genitori e di dover portare a compimento il “mandato familiare.
E’ facile riconoscere una coppia in cui uno o entrambi, non hanno raggiunto lo svincolo: i genitori si intromettono, si aspettano di sapere tutto, di influenzare i comportamenti, pretendono continue attenzioni e rispetto, ingeriscono nella gestione della casa, del lavoro e degli eventuali figli e, nei casi più gravi, criticano le scelte e attaccano il partner.
Il successo del processo di svincolo, è subordinato ad un processo di regolazione delle distanze dalla famiglia d’origine, non è necessario tagliare i ponti, ma si deve comunque mettere come priorità la nuova famiglia e sviluppare un nuovo senso di appartenenza. Le rispettive famiglie di origine, devono essere presenti come risorsa e non in competizione o in opposizione. L’obiettivo è quello di creare un senso di appartenenza e solidarietà tra marito e moglie, o compagni, la creazione di una squadra collaborativa che vada verso la stessa direzione, si tratta di un processo di lealtà, e di legittimazione reciproca, che faccia emergere la posizione di coniuge.
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