La Mediazione Familiare brevi cenni storici
Nei principali modelli di mediazione familiare il denominatore comune riguarda il principio della competenza. Le diverse modalità di definizione degli obiettivi e la diversa articolazione degli interventi, comportano una diversa attribuzione di significato al principio stesso di competenza. I diversi modelli tentano di trovare un equilibrio tra la considerazione degli aspetti pragmatici e la considerazione degli aspetti relazionali, cercando di risolvere in vario modo i rischi connessi al prevalere dell’uno o dell’altro aspetto. Nel modello basato sui bisogni evolutivi, per esempio, l’aspetto chiave è rappresentato dalla possibilità che una parte del lavoro di mediazione, sia destinata anche alla costruzione di uno spazio in cui siano possibili, gli scambi emotivi, i richiami al passato, mantenendoli, comunque, limitati nel tempo e nello spazio, e non trascurando gli obiettivi pragmatici.
Al fine di definire meglio cos’è la mediazione ma soprattutto cosa non è, riportiamo la prima definizione di mediazione familiare messa appunto dalla Association pour la promotion de la mèdiation familiare, APMF, 1990:
-La mediazione familiare in materia di divorzio o di separazione, è un processo in cui un terzo, neutrale e qualificato, viene sollecitato dalle parti per fronteggiare la riorganizzazione resa necessaria dalla separazione, nel rispetto del quadro legale esistente. Il ruolo del mediatore familiare è quello di portare i membri della coppia a trovare da sé le basi di un accordo durevole e mutuamente accettabile. Tenendo conto dei bisogni di ciascun componente della famiglia e particolarmente di quello dei figli in uno spirito di corresponsabilità e di uguaglianza dei ruoli genitoriali.
La definizione contenuta nella Carta Europea degli standard di base, per la formazione professionale dei mediatori familiari, redatta dal Forum Europeo di formazione e ricerca in mediazione familiare costituito a Marsiglia nel 1997, al quale aderiscono i più importanti centri di ricerca e formazione sulla mediazione familiare europea:
-La mediazione familiare in materia di divorzio e di separazione personale dei coniugi è un processo nel quale un terzo, specificatamente formato, viene sollecitato dalle parti per fronteggiare le riorganizzazioni rese necessarie dalle separazione, nel rispetto del quadro legale esistente. I mediatori operano per ristabilire le comunicazioni tra coniugi al fine di pervenire a un obiettivo concreto, la realizzazione di un progetto di organizzazione delle relazioni genitoriali e materiali dopo la separazione o il divorzio.
La Mediazione Familiare in materia di divorzio e di separazione non è né una consulenza legale, né una consulenza di coppia/familiare, non è una terapia. I mediatori possono suggerire agli interessati di consultare altri professionisti del Diritto, delle Scienze umane, e così via, ogni volta che se ne riconosce la necessità.
In Italia, citiamo la definizione di mediazione familiare utilizzata dalla SIMeF, Società Italiane di Mediazione Familiare:
-La mediazione familiare è un percorso per la riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito alla separazione o al divorzio: in un contesto strutturato il mediatore familiare, come terzo neutrale, e con una preparazione specifica, sollecitato dalle parti, nella garanzia del segreto professionale e in autonomia dall’ambito giudiziario, si adopera affinché i partner elaborino in prima persona un programma di separazione soddisfacente per sé e per i figli, in cui possano esercitare la comune responsabilità genitoriale.
Come abbiamo visto i primi passi della mediazione familiare sono stati effettuati nel tentativo di arginare gli effetti deleteri della gestione giudiziaria di un conflitto, quale quello fra ex partner, che tutto ha, tranne che la possibilità di essere gestito, contenuto o risolto attraverso il ricorso ad un Giudice
La conflittualità che esiste tra due persone che si separano, è molto diversa dalla conflittualità esistente fra due persone che si rivolgono ad un Giudice per un motivo qualsiasi. La vicinanza affettiva rende il conflitto fra ex partner del tutto particolare, dove, comportamenti apparentemente irrazionali ed incomprensibili, vanno decifrati utilizzando un diverso codice. Il punto non è tanto stabilire chi ha torto o chi ha ragione, ma cercare, nel rispetto delle reciproche diverse posizioni, di formulare degli accordi, che consentano una coesistenza il più possibile produttiva.Per quanto possa apparire paradossale o assurdo, a volte è più facile accettare la scomparsa della persona amata che non la separazione.
oppure…