Set 12, 2015 - Frasi e Aforismi    Commenti disabilitati su Filastrocca dei mutamenti

Filastrocca dei mutamenti

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Set 8, 2015 - Frasi e Aforismi    Commenti disabilitati su Genitori,

Genitori,

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Set 3, 2015 - generale    Commenti disabilitati su Eustress, distress… che stress!

Eustress, distress… che stress!

imagesnnnnnConosciamo tutti il termine inglese, stress, viene comunemente usato con significati spesso contrastanti molto più spesso con una accezione squisitamente negativa: “mi sento stressato, che stress la posta, la riunione, il prof…la ceretta!”.

Quando parliamo di stress, ci riferiamo a stimoli di natura fisica o psicologica che interferiscono col normale funzionamento di un individuo; oppure ci si riferisce allo stesso, per indicare una risposta fisiologica a una data situazione, per esempio tachicardia sudorazione lingua felpata, associata a vari stimoli esterni; nella maggioranza dei casi ci si riferisce allo stress per indicare una combinazione di circostanze esterne e di risposte dell’individuo.

Secondo H. Selye, (1971), lo stress è la risposta generica dell’organismo a ogni richiesta che gli venga effettuata. La richiesta comprende una vasta gamma di impulsi che vanno dagli stimoli fisici, come caldo o freddo, agli sforzi muscolari, agli input emozionali, mentre, la risposta biologica è sempre la stessa. Sempre secondo Selye, lo stress, non può e non deve essere evitato perché costituisce l’essenza stessa della vita, perché non è una condizione patologica dell’organismo, anche se, in alcune circostanze, può produrre patologia, come quando lo stimolo, agisce con grande intensità e per lunghi periodi. È utile invece considerare che lo stress, in situazioni d’emergenza, può salvarci la vita. download (2)Per esempio, trovandoci nell’ipotetica situazione di un naufragio, come è capitato a K. Corda sulla Concordia, la velocità e la forza che lo stress possono attivarci, sono preziosissime! Ma, se ci trovassimo spesso in quella situazione, lo stress diverrebbe decisamente troppo da sopportare!

Lo stress è un insieme di reazioni di natura sia fisiologica che psichica che l’organismo mette in atto per rispondere a una data situazione. Ognuno di noi risponde agli eventi in maniera diversa, dal momento che, ognuno di noi, fa esperienze diverse e apprende diverse strategie.

In psicologia, si è soliti chiamare lo stress buono, images (31)eustress, e lo stress cattivo, images (24) distress.

L’eustress, è quello che, ci aiuta ad affrontare e superare le varie prove che la vita ci propone, dove tutte le funzioni del nostro organismo collaborano per cercare di migliorare la nostra condizione. Serve ad aumentare la capacità di comprensione e concentrazione, decidere con rapidità, mettere i muscoli in condizione di muoversi velocemente, avere a disposizione l’energia adatta ad agire. Il distress, è quello che provoca maggiori difficoltà, la “tensione cattiva” ansia, angoscia, paura di non farcela, qualche volta appresa in tenera età: non correre, non sudare, non sporcare, NON…. e allora evitiamo di fare cose che ci piacerebbe fare come, correre, sudare, sporcare… impariamo a evitare, e questa paura, a volte rimane.images (28)

Ma torniamo a noi ed al nostro stress, come evitare lo stress dannoso o trasformarlo in positivo, perché un individuo va incontro allo stress e un altro no, perché la stessa persona a volte reagisce stressandosi e a volte no? Psicologia e fisiologia ci vengono incontro con i loro diversi studi e ci dicono che non è tanto lo stimolo, quanto la rappresentazione mentale, cioè l’idea che ne facciamo, che lo trasforma in un potenziale pericolo. In condizioni di equilibrio, la previsione di un pericolo è senz’altro un vantaggio, in condizioni di squilibrio, la previsione può essere alterata, e può succedere che venga percepito un pericolo ciò che in realtà un pericolo non è, per cui, le condizioni di stress, permangono anche in assenza di eventi stressanti, oppure, l’organismo reagisce a stimoli di lieve entità in maniera sproporzionata.

download (1)Può essere fonte di distress qualsiasi cosa ci faccia vacillare, un esame, una gara, un incontro, ma è la terra che si muove o siamo noi ad aver perso l’equilibrio?

Il fattore umano viene spesso trascurato, quando invece, è alla base di tutto, c’è chi, è più bravo a superare la paura, a reagire positivamente, in pratica, a gestire al meglio le proprie emozioni e chi meno. Così come ci sono le persone più brave in matematica o negli sport, c’è chi possiede questa caratteristica psicologica, e chi, invece, deve acquisirla attraverso differenti strategie, esattamente come per qualsiasi altra abilità: maggiore allenamento o allenamento mirato.

E non sempre è vero che basta volerlo perchè succeda, basta dire che non vogliamo più pensieri negativi e che dobbiamo pensare in positivo perché tutto sia possibile. Se così fosse, vorrebbe dire che saremmo colpevoli dello svantaggio che ci affligge e, poveri noi, chi si salverebbe più!cartoon-smile-clip-art-642378

In base alle caratteristiche dei diversi soggetti ed in funzione delle problematiche che si presentano, vengono utilizzate strategie e tecniche diverse, come per esempio, il modeling che non è altro che l’apprendimento per imitazione di comportamenti tesi a regolare le nostre risposte agli stimoli; il coping o il problem solving, ecc, qundi scegliete l’approccio a voi più congeniale e… buon stress a tutti!

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Ago 7, 2015 - depressione    Commenti disabilitati su I disturbi dell’umore post-partum

I disturbi dell’umore post-partum

images (23)Dopo la nascita di un bambino, può capitare, che la donna non si senta così felice come pensava che avrebbe dovuto essere. Al contrario, può sentirsi triste senza motivo, irritabile, incline al pianto…inadeguata nei confronti dei nuovi ed impegnativi compiti che la attendono. Nella maggior parte dei casi questo stato d’animo è del tutto fisiologico e passeggero, nel giro di poco tempo, questi sentimenti negativi, passano e la neomamma può godere appieno della vicinanza del suo “cucciolo”. Si tratta, in questi casi di baby-blues, uno stato depressivo temporaneo e senza nessuna conseguenza.Depressione-post-partum-a-Milano-corsi-comunali-per-le-neomamme

La gravidanza costituisce un passaggio maturativo essenziale, ed ha in se tutte le caratteristiche di rischio/opportunità, di un evento pieno di gioia, che comporta anche tutta una serie di pesanti prove che la donna si trova di colpo a dover affrontare. Non è solo la neomamma a dover affrontare la gravidanza come una prova, tant’è, che il diventare genitori rappresenta la più grande crisi transizionale della coppia. Ai fattori psichici, poi, vanno aggiunti i fattori biologici, legati non solo allo stress del parto ma soprattutto alle imponenti variazioni ormonali associate alla fine della gravidanza ed alla nascita del bambino.

images (18)All’origine della depressione post partum c’è quasi sempre un mix delle due componenti chiave dell’essere umano, il corpo e la mente, a cui va aggiunto un terzo fattore: il contesto ambientale e familiare. Ma più che di depressione post partum sarebbe meglio parlare di Disturbi dell’Umore in Puerperio, (D.U.P.), molto variabili per intensità e gravità. Si parte dalle forme lievi, note come “baby blues” o “maternal blues” o “lacrime da latte”che si risolvono con l’affetto del partner e della famiglia, per passare poi alla depressione puerperale vera e propria, molto più invasiva e duratura, che si manifesta con sintomatologia variabile, fino ad arrivare ai disturbi gravi racchiusi nella definizione di psicosi puerperale, molto rara, che, solitamente, si manifesta nella prime quattro settimane.

download (1)Diventare madre, significa doversi adattare a tutta una serie di cambiamenti, fisici, emotivi e sociali, che spesso vengono sottovalutati o non riconosciuti. Ancora oggi, nell’immaginario collettivo, si pensa che diventare madre sia la “cosa più naturale” e che la madre, guardando il proprio cucciolo sappia, automaticamente ciò di cui ha bisogno. La realtà è ben diversa, prima che scatti la famosa scintilla, è necessario un periodo di “rodaggio” fatto di errori, frustrazioni e qualche piccola gioia. In questa fase, madre e figlio, imparano a conoscersi ed a capirsi. Accade spesso che l’incontro tra madre e figlio generi nella madre dubbi, ansie e paure e che la madre trovi difficoltà ad adattarsi al suo nuovo ruolo, percependo le continue richieste del neonato come minacce e sentendosi soprafatta dalle richieste e dalle aspettative legate alla maternità.

Oltre ai fattori biologici, concorrono al manifestarsi della stessa molte altre cause, quali per esempio, eventi di vita stressanti occorsi nell’ultimo anno, difficoltà familiari o di coppia, isolamento sociale, fattori di personalità tra cui un forte bisogno d’ordine e di controllo, l’umore durante la gravidanza, temperamento e salute del bambino, aspettative sociali legate alle “gioie” della maternità.images (20)

Nella depressione post partum, si osservano molti sintomi: irritabilità, confusione, ansia, attacchi di panico, perdita d’interesse, disturbi del sonno, dell’appetito tristezza, senso di colpa. Questi sintomi, hanno una rilevanza particolare, non solo perché ostacolano il recupero della madre, ma anche perché possono compromettere il benessere del bambino. E’ importante ricordare che una depressione post-partum non curata tende a cronicizzare, che la depressione della madre riduce le possibilità di sviluppare una buona sintonia col bambino, cosa che aumenta il disagio e complica la risoluzione del quadro. La gravità può variare da episodi di depressione minore, spesso non diagnosticati, perché il funzionamento della madre è apparentemente buono, fino a episodi di grave depressione maggiore. La depressione post partum si differenzia dal baby blues per una maggiore gravità e durata dei sintomi e differisce dalla psicosi post partum per la quale è spesso necessario oltre che un immediato intervento psichiatrico, un ricovero ospedaliero.images (14)

Il nuovo ruolo viene spesso rappresentato in maniera irrealistica: le neomamme, vengono rappresentate in maniera idilliaca, sempre sorridenti, mai stanche, perfettamente truccate con in braccio bambini serenissimi e sorridentissimi…le loro case brillano!

Le madri che hanno aspettative di questo tipo, si sentono spesso fallite nell’affrontare i problemi e nel far fronte alla situazione reale.

Alcuni falsi miti  possono generare frustrazione e predisporre al disagio psicologico:

images (8)Fare la mamma è istintivo, niente di più falso, è una attività complessa che richiede l’apprendimento di molte tecniche e astuzie di vario genere. Non deve essere un dramma se inizialmente si incontrano degli insuccessi.

images (21)Il bambino perfetto, quasi tutte le mamme si fanno un “ritratto” del nascituro, e se non coincide, comincia la frustrazione magari aggravata dal confronto con i figli degli altri…sempre più bravi, buoni e carini! E’ un illusione, ogni bambino che nasce ha una sua personalità e un suo temperamento, così come delle caratteristiche fisiche, alcuni sono soggetti a coliche o piangono o rigurgitano più di altri, insomma bisogna “adattarsi” al nuovo arrivato, pensando che il meglio debba ancora arrivare.

Mamma è perfezione, è ovvio che nessuno sia perfetto e comunque anche gli errori sono ammessi. Anche non provare, inizialmente, un eccezionale trasporto per il neonato, è normale. L’affetto cresce con la confidenza, e questo non significa non essere una buona madre.download

 

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Lug 27, 2015 - adozione    Commenti disabilitati su Adozione, “cose” da sapere…

Adozione, “cose” da sapere…

Adozione: istituto giuridico grazie al quale soggetti rimasti senza genitori naturali o da questi non riconosciuti o non educabili possono diventare figli legittimi di altri genitori:

un’opportunità di dare una famiglia.images (10)

Differenze tra Affido e Adozione:

-la temporaneità: l’affido familiare non è definitivo e il minore, a differenza dell’adozione, non ha lo status di figlio;

-il mantenimento dei rapporti con la famiglia di origine;

rientro del minore nella famiglia di origine.

 

download (12)Caratteristica dell’idoneità genitoriale, è la capacità di saper accogliere come ricchezza, e non come limite, la diversità del minore in stato di abbandono.

La ricerca della famiglia sostitutiva parte dall’esigenza del minore e non dai bisogni di genitorialità.

Il criterio fondamentale alla base della dichiarazione d’adottabilità del minore è lo Stato di Abbandono:

-Decadenza della responsabilità genitoriale (nell’ipotesi di maltrattamenti e abusi nei confronti del figlio, o in caso di comprovata incapacità di comprendere i bisogni del minore)

-Non riconoscimento alla nascita da parte di entrambi i genitori (30 giorni dalla nascita);

-Genitori omissivi rispetto al proprio ruolo.

L’adulto con l’acquisizione della genitorialità assume, verso la prole, doveri e responsabilità più che diritti.

L 184/1983 e successive modifiche L149/2001: “Adozione Nazionale e Internazionale”: la valutazione della coppia adottiva viene realizzata di volta in volta rispetto alle esigenze del bambino e in base alla capacità degli adulti di instaurare con lui una relazione.images (9)

E’ previsto, che i minori che abbiano compiuto 12 anni, possano esprimersi rispetto all’adozione; anche il minore d’età inferiore, dovrà essere ascoltato in relazione alla sua capacità di discernimento ed anche l’eventuale discendente biologico o adottato, della coppia adottante, deve essere sentito in merito alla domanda di adozione, per esprimere il suo consenso.

Affidamento pre-adottivo: periodo di tempo in cui il minore viene collocato provvisoriamente presso apposite strutture o all’interno dell’ipotetica nuova famiglia.

images (2)Requisiti per l’Adozione

Gli adottandi devono essere uniti in matrimonio, da almeno 3 anni, non deve sussistere separazione personale neppure di fatto e devono essere idonei ad educare, istruire ed in grado di mantenere i minori che intendano adottare. Il periodo dei 3 anni può essere raggiunto computando anche eventuale periodo di convivenza pre-matrimoniale.

La differenza di età tra gli adottandi e l’adottato deve essere compresa dai 18 ai 45 anni. Inoltre potrebbe essere derogato tale limite a patto che i coniugi adottino due o più fratelli assieme o se hanno un altro figlio minorenne.

Rischio giuridico: fase che si pone tra la notifica del provvedimento dello stato di adottabilità del minore e la fine dell’iter processuale. La madre, il padre e i parenti biologici fino al IV grado, che abbiano rapporti significativi col minore, entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento di adottabilità, possono procedere con l’impugnazione.

Il rischio è che di fronte ad un ricorso legale alla dichiarazione di adottabilità il bimbo possa rientrare nella situazione precedente all’affido temporaneo.

Il bambino straniero che entra in Italia non è sottoposto a rischio giuridico , ma è più esposto a rischi di tipo sanitario.download

La famiglia adottiva con i figli che provengono dall’adozione internazionale si costituisce in un paese straniero, secondo modalità, luoghi e tempi che non sono i nostri e ai quali, spesso, le famiglie si adattano con fatica.

Il bambino abbandonato presenta spesso un ritardo nello sviluppo psico-fisico, le ferite provocate dallo stato di abbandono, carenza di relazioni affettive sane, di stimolazioni sensoriali e tattili, provocano un rallentamento dello sviluppo psicomotorio in parte accentuato a seconda dei tempi di reazione del bambino alle stesse.

Il minore ha diritto di conoscere la sua realtà biologica al compimento del 25° compleanno, salvo contraria espressione del genitore naturale, tale diritto è anticipato al 18° anno nei casi in cui vi siano gravi motivi di salute psicofisica del ragazzo.(L.149/01 art 28)

La ricerca delle proprie origini. Per coloro che sono stati adottati la ricerca delle proprie origini riveste un significato particolare, legato all’esperienza dolorosa dell’abbandono. Un compito non facile da affrontare.

images (5)La scelta di adottare un figlio deve essere una scelta matura, responsabile e completamente condivisa, siete pronti?images (4)

Lug 19, 2015 - generale    Commenti disabilitati su La chiave perduta

La chiave perduta

download (9)Quando leggo questa frase non posso fare a meno di pensare all’aneddoto della chiave perduta letta in uno dei libri dell’ormai compianto P. Watzlawick…

Sotto un lampione c’è un ubriaco che sta cercando qualcosa, un poliziotto si avvicina e gli chiede che cosa abbia perduto. L’ubriaco risponde: la mia chiave, ed insieme si mettono a cercarla. Dopo aver cercato a lungo, il Poliziotto chiede se sia proprio sicuro di averla persa lì. L’altro risponde: no, non qui, là dietro, solo che là è troppo buio. (P. Watzlawick).download (9)

Sembrerebbe impossibile, assurdo, eppure…

Eppure ogni volta che leggo non posso fare a meno di restare affascinata, quasi ipnotizzata dalla veridicità e dalla corrispondenza che in tante storie di vita mi raccontano,

sembrerebbe la disavventura di un povero ubriaco che in preda ai fumi dell’alcol cerca nella zona sbagliata, ma il significato  è altro e contiene almeno due concetti fondamentali: il primo relativo a quello di nevrosi e resistenza al cambiamento; il secondo si riferisce alle tentate soluzioni che un soggetto cerca di mettere in atto per risolvere o superare un disagio psicologico.

images (3)Prendiamo come esempio un individuo con un disagio x, che non gli permette di vivere serenamente. La persona è spesso chiusa, non si apre facilmente e ha reazioni aggressive, ansiose, oppure indifferenti che infastidiscono chi la circonda e limitano la qualità di vita della stessa. Non comprende quale sia il reale motivo del suo comportamento, seppur sia consapevole dei suoi limiti. Attribuisce alla sfortuna, all’oroscopo, al gatto malato, alla nonna, alla congiunzione astrale…(scegliete voi), la causa per non aver trovato ancora un partner ideale, un amico sincero, un collega simpatico, la serenità…, (l’ubriaco cerca nel posto sbagliato), sostenendo che prima o poi cambierà.

17030780-disegnati-a-mano-illustrazione-disegno-di-chiave-vintageCome intento, si ripromette di cambiare atteggiamento e allo stesso tempo, mette in atto ricerche ancora più frenetiche (l’ubriaco  cerca sempre nello stesso punto).

Come il nostro amico ubriaco, spesso, piuttosto che affrontare le reali cause di un disagio, tergiversiamo e ci sottoponiamo ad inutili fatiche, che di fatto, non porteranno a nulla.

Gli individui, mettono in atto tutta una serie di strategie, per superare i propri disagi, che apparentemente permettono una condizione di stabilità ma che  di fatto si rivelano inefficaci.

In biologia, per adattamento, s’intende la modificazione/evoluzione delle caratteristiche biologiche, in vista della sopravvivenza della specie, in psicologia si parla di processo attraverso cui un individuo si adegua all’ambiente modificando/rinnovando i propri schemi di comportamento o operando sull’ambiente per trasformarlo in funzione delle proprie necessità stabilendo con esso una condizione di equilibrio o comunque di assenza di conflitto.

Mi sembra più che evidente l’importanza che il processo di adattamento occupi sia negli esseri umani che negli animali…garantisce la sopravvivenza ma richiede delle modifiche.17030780-disegnati-a-mano-illustrazione-disegno-di-chiave-vintage

Ma le persone fanno fatica ad abbandonare (cnfr. “Giù la Maschera!”) le proprie abitudini, i propri schemi di comportamento. Ed è ciò a cui si riferisce la nostra storiella, l’ostinata fedeltà nei confronti di schemi o comportamenti. Nonostante le condizioni mutino, chissà perché, le persone tendono a considerare le strategie che un tempo, in certe occasioni, si sono rivelate le migliori, ancora attuabili.

Ma l’adattamento, per sua stessa natura, prevede dei cambiamenti, ciò che in passato si è rivelato opportuno, col passare del tempo non lo è più, e, se non si utilizza la “strategia” giusta, si complica la situazione, e non si arriva a nulla, esattamente come per il nostro amico ubriaco. Lo sforzo che effettua nel cercare al buio è una falsa soluzione, così come attivare ricerche affannose. Sono tutti interventi destinati a fallire poiché non portano ad una reale  evoluzione.download (10)

Questa rigidità perseverante, ha come conseguenza che da un lato non consente di utilizzare la soluzione giusta e quindi complica la situazione;

dall’altro che sotto la tensione del disagio, si giunge alla conclusione di non essersi dati da fare abbastanza e si insiste con prove di verifica  fatte relativamente alla sua applicazione;

dall’altro ancora impedisce l’ aumentare del numero delle possibilità di scelta e la possibilità di sperimentare nuove soluzioni .

(P.Watzlawick, Istruzioni per l’infelicità)

La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi ! (A Einstein)download (11)

 

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Lug 13, 2015 - adozione    Commenti disabilitati su L’ Adozione

L’ Adozione

Raramente sentiamo parlare della dolorosa attesa di un figlio che non arriva. Nell’immaginario didownload (13) molte coppie, ci sono dei figli, e c’è il sogno di procreare. La donna spera di mese in mese, i parenti chiedono, sollecitano, fanno confronti e, alla propria angoscia, si aggiunge il timore del giudizio degli altri e la difficoltà a rispondere alle loro “premurose” sollecitazioni.

images (13)Si comincia a sospettare un problema di infertilità che mette a disagio, ci si sente esclusi dalle conversazioni degli amichi, colleghi, dei parenti, quando tutti, proprio tutti, non sembrano avere altri argomenti che la gravidanza, i parti, i sonni persi, le pappe…i figli.

La donna vive una sofferenza che tocca le più diverse sfere: individuale, di genere, del progetto materno, dell’identità del ruolo sociale dell’incapacità a soddisfare il partner, quello di vittima oltre al timore di essere abbandonata, di non poter amare, di non saper donare…download (15)

Iniziano le indagini mediche e aumentano anche i disagi fisici.

images (11)L’uomo si sente ferito nella sua virilità sopratutto se l’infertilità dipende da lui perché, purtroppo, ancora oggi, c’è confusione tra infertilità e impotenza. Ne consegue la vergogna di “non essere veramente un uomo” e di “non saperci fare”. Di solito l’uomo, sia che l’infertilità dipenda da lui, sia che dipenda dalla sua compagna, si chiude in se stesso, preferisce non parlarne, lasciando la donna ancor più sola di fronte alle sue angosce e paure.

L’infertilità sia fisica che psicologica, definitiva o provvisoria è un evento doloroso sottovalutato e può essere vissuto come un’ingiustizia da combattere in ogni modo. La difficoltà a concepire un figlio può generare un sentimento di ingiustizia e di inferiorità che apre una ferita profonda nell’immagine che ognuno dei partner ha di se stesso, dell’amore di coppia e del suo viversi come uomo o come donna.

Così alla sofferenza di non riuscire ad avere dei figli, si aggiungono tristezza, solitudine e incomprensioni, anche all’interno della coppia. L’invidia e la gelosia nei confronti delle altre coppie sono la naturale appendice della sensazione di colpevolezza e dei continui confronti: “ loro sì e noi no?”

Sono sentimenti naturali che rischiano di aumentare se non c’è la possibilità di esprimerli in un luogo atto a trovare vera e profonda comprensione, dove essere aiutati, possibilmente in coppia, ad “elaborare il lutto” dell’assenza del figlio, ma, prima di tutto, a trovare accoglienza per le proprie ferite.

Spesso, è in questi casi che la coppia devia verso l’adozione, come se si trattasse dell’ultima spiaggia.

Adottare un figlio deve essere una scelta matura, un atto d’amore responsabile e condiviso.download (12) L’adozione non è la ruota di scorta, non è lo strumento per celebrare il diritto ad avere un figlio o per riscattarsi socialmente, è qualcosa di innegabilmente diverso.

Un bambino non ha il dovere di soddisfare e colmare i bisogni degli adulti ma ha il diritto ad avere una famiglia, ha il diritto di essere amato ed accettato nella sua diversità, somatica, biologica e culturale.

Chiunque opti per questa scelta, deve avere una preparazione adeguata e una forte sensibilità e maturità per accogliere e rispettare un bambino non solo con eventuali caratteristiche somatiche diverse, ma portatore di un vissuto, una cultura differente, che va rispettata. Se il bambino non si sente accettato, se avverte un distacco, se si sente “un diverso” non riuscirà mai a instaurare una relazione positiva e non si svilupperà in modo armonico ed equilibrato.images (6)

Per tale motivo è fondamentale che ci sia un corretto approccio al percorso adottivo che consenta la crescita della coppia, ed è necessario, fare i conti con le possibili problematiche che l’adozione potrebbe portare nella famiglia. Prima di “mettersi in gioco”, è necessario aver sviluppato una cultura dell’adozione. Adottare significa aprire le porte della propria famiglia, della propria casa, creare uno spazio non solo fisico, ma soprattutto mentale per l’accoglienza di un bambino/a, messo al mondo da altri, con una sua storia, un suo carattere, i suoi problemi.

È fondamentale che la coppia acquisisca, durante il percorso, la consapevolezza delle esigenze e dei bisogni di un bambino istituzionalizzato, del suo vissuto, della sua storia e delle problematiche che incontrerà nella costruzione del rapporto, liberandosi dell’idea del “bambino immaginato.images (1)

Se ciò non avviene l’incontro rischierà di essere deludente perché non conforme a quelle che sono le aspettative e, in contrasto, con le reali esigenze del figlio/a.

Ogni coppia che desideri rivolgersi al Tribunale, prima di presentare domanda, dovrebbe avere già affrontato e assimilato tutti questi argomenti.

images (7)Caratteristica dell’idoneità genitoriale, è la capacità di saper accogliere come ricchezza, e non come limite, la diversità del minore in stato di abbandono

I bambini adottivi sono portatori di situazioni complicate, che si tratti di maltrattamento, o abuso o incurie fisiche o psicologiche,  sono bambini ingannati dalla vita, gli adulti, che avrebbero dovuto soddisfare i loro bisogni, gli hanno imposto un messaggio forte di non riconoscimento, con tutto ciò che ne consegue. Anche i genitori hanno alle spalle vissuti dolorosi, l’infertilità, come abbiamo visto, è un evento doloroso, un primo passo potrebbe essere, per esempio, l’incontro di questi due dispiaceri, in modo che passi il messaggio che anche loro hanno sofferto per non essere stati capaci di concepire ma che hanno trovato in lei/lui proprio quello che aspettavano.

L’Adozione con il supporto e la preparazione giusta può trasformarsi in una esperienza meravigliosa ricca di significati, ma, prima di “mettervi in viaggio”, in/formatevi presso le ASL, le Associazioni di famiglie adottive, i Centri Adozioni.

 

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Lug 3, 2015 - generale    Commenti disabilitati su Sweet lies, dolci bugie

Sweet lies, dolci bugie

images (16)Tutti tessiamo tele di bugie, a volte per evitare punizioni, a volte per ricercare situazioni vantaggiose, per non recare danno a noi o agli altri.

Mentire è un comportamento comune, tipicamente umano, non è tipico dell’infanzia o dell’adolescenza, né necessariamente un indice di patologia. Dire le bugie è una pratica usata per manipolare i pensieri, i sentimenti e i comportamenti altrui, solitamente, si mente in modo spontaneo e naturale.download (8)

download (1)Nel caso delle bugie infantili va considerata la difficoltà a stabilire una linea di demarcazione tra l’alterazione della realtà e la tendenza alla riproduzione fantastica. Non appena i bambini sono in grado di utilizzare il linguaggio, con sufficiente capacità, sperimentano la possibilità di affermare, una verità diversa… spesso gli adulti chiamano bugia ciò che per il bambino è espressione di paure, o bisogno di rassicurazione.

Crescendo, la bugia, assume anche altri significati. Le motivazioni alla base del mentire possono essere diverse: alcune bugie servono a nascondere, altre ad esibire, vi sono bugie pubbliche e bugie private, ogni età e ciascuno dei due sessi, ha le proprie bugie.

download (4)La capacità di “mentire” può essere considerata una “conquista”, attraverso la quale, si cerca una posizione indipendente nel contesto familiare. In alcuni casi, specie a partire dall’adolescenza, motivo psicologico, tipico della bugia, è il bisogno di nascondere parti di un sé ancora troppo insicuro. La parte di Sé che si sceglie di nascondere, può essere diversa a seconda dei casi: la propria insicurezza o dipendenza, o la nuova identità. Una caratteristica dei maschi è l’uso della bugia come esagerazione delle proprie abilità;download (5)

Ci sono ragazzi che mentono solo in uno specifico contesto, in famiglia o a scuola, con gli amici o nei rapporti sentimentali. L’uso della bugia in adolescenza può dunque indicare una difficoltà di integrazione dei diversi aspetti di Sé. Utilizzare la menzogna, contribuisce alla costruzione di uno spazio privato: saper mentire rappresenta, in questo caso, l’espressione della necessità di avere uno spazio. Per esempio, un adolescente che non è in grado di sottrarsi al “controllo” dei genitori, segnala, la difficoltà a rendersi autonomo. In questo caso, la confidenza che alcuni genitori, pretendono e che, qualche volta vantano, rappresenta una violazione del nuovo Sé che, si definisce, elevando difese fra la propria vita e quella dei genitori.

Questo può avvenire anche in una relazione, perché, vivere in coppia, non significa rinunciare completamente al proprio diritto o bisogno di privacy. Nelle situazioni nelle quali c’è un disparità di potere, dire bugie può essere l’unica possibilità per preservare se stessi. Se un partner è troppo geloso, se un genitore è troppo invadente, se un datore di lavoro è troppo indiscreto, mentire può essere l’unico modo per evitare di subire accanimenti emotivi ripetuti.

imageskkkkkNegli adulti, oltre alla menzogna consapevole, per assicurarsi determinati “vantaggi”, può esistere una tendenza abituale alla bugia nella forma dell’esagerazione, a cui spesso crede l’autore stesso.

 

images (18)Adler ha introdotto l’espressione menzogna di vita per indicare quegli autoinganni con cui molti soggetti, compensano il loro complesso d’inferiorità. Ma è in campo amoroso che l’autoinganno si mostra in tutto il suo splendore: tutti conosciamo o abbiamo conosciuto, persone che decidono di rimanere in relazioni ormai lise quando non ci sarebbe bisogno di essere psicologi per capire che la reale motivazione è la paura di affrontare un periodo di solitudine post-separazione, con le incertezze che ne conseguono. Tutti abbiamo saputo della donna a cui, la vita ha riservato solo partner violenti, tutti noi abbiamo avuto esperienza di persone intelligenti, che si accompagnano a persone che non lo sono. Le premesse su cui pone le sue fondamenta, questo genere di pensiero, sono: “valgo poco”, “non valgo”, “non conto”, quindi non posso aspirare a niente di meglio.

Conta molto di più adeguarsi a norme ed ideali imposti: se qualcuno mi sceglie come compagna/o, valgo, se il mio capo, mio padre, mi fa un complimento, contoimages (17)

Dire bugie, quindi, come mezzo per evitare punizioni o rifiuti, per sentirsi approvati, per tutelare i propri spazi, per impressionare positivamente, per evitare dolore, per compensare…

Che lo si voglia riconoscere o meno, in ogni relazione, sono presenti diversi livelli di potere e, come regola generale, la persona che ha meno potere, è più incline alla menzogna, non è un caso che i figli mentano ai genitori, gli alunni agli insegnanti, i dipendenti ai datori di lavoro ecc

Ricordiamocelo, sempre, siamo importanti a prescindere, se noi per primi diamo valore a noi stessi, gli altri lo faranno di conseguenza, si può essere felici anche senza l’approvazione di tutti.

 

 

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