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Nov 6, 2018 - scuola    Commenti disabilitati su Il bullismo

Il bullismo

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Giu 4, 2015 - scuola    Commenti disabilitati su Bullismo

Bullismo

imagesIl termine bullismo deve la sua “notorietà” agli studi dello psicologo norvegese Dan Olweus che agli inizi degli anni settanta iniziò a studiare sistematicamente il fenomeno e rese il termine popolare. Il verbo inglese to bully significa “angariare, opprimere “, così come il sostantivo bully indica una persona arrogante, prepotente. L’espressione italiana bullismo è un adattamento al termine bulling che definisce i comportamenti di prepotenza tra bambini o adolescenti, caratterizzato da aggressione fisica, e/o verbale e/o psicologica. E’agito in modo prolungato da una o più persone, nei confronti di una o più persone. Anche il bullismo, come tutte le forme di persecuzione, è caratterizzato da episodi di prevaricazione ripetuti nel tempo, con una certa frequenza, tali da instaurare, in chi li subisce, emozioni negative durature.download (2)

La differenza tra le normali liti tra bambini o adolescenti e gli atti di bullismo veri e propri, consiste nell’intenzionalità e nella ripetitività, nel tempo, nonché nella soddisfazione che i responsabili acquisiscono, è evidente un tratto sadico tipico di certe condotte. La maggior parte di questi atti si verificano nelle scuole, o comunque nei luoghi frequentati dai gruppi.

Anche se si tratta di un fenomeno prevalentemente diffuso negli Stati Uniti, i paese Europei non ne sono esenti. La consapevolezza della gravità del fenomeno e delle sue conseguenza ha indotto i ricercatori ad indagare ulteriormente ed a programmare numerosi interventi finalizzati alla prevenzione.download (1)

Molte ricerche valutative permettono di sapere quali siano le azioni maggiormente efficaci: la presenza di un Dirigente che sostenga l’équipe educativa; la capacità degli educatori di mantenere l’ordine e la disciplina in maniera coerente, senza ricorrere a gravi punizioni; l’instaurarsi di buoni rapporti tra genitori ed insegnanti; la compartecipazione degli allievi nella gestione delle classi; il rispetto di regolamenti elaborati ed approvati da: insegnati, genitori ed alunni; sanzioni chiare. Sempre secondo Olweus è fondamentale non ignorare il problema ma coinvolgere i genitori e parlarne.

“Botte, lividi e paura: bullismo su un ragazzo delle medie, perseguitato dal branco

di Stefano Cassinelli

Mandello sul Lario (Lecco), 16 maggio 2014 -«Quello che è accaduto è grave, ma per il bene di mio figlio e anche degli altri ragazzi se la questione si chiude con i provvedimenti della scuola noi non faremo denuncia. Sono successe cose brutte ma non voglio rovinare la vita di ragazzini di 14 anni». Commenta così la mamma dello studente delle scuole medie di Mandello che è stato vittima di gravi atti di bullismo che negli ultimi mesi hanno reso la sua vita molto difficile. «Ho parlato con il preside – racconta la mamma del ragazzo che ha 14 anni – e se la scuola fa il suo dovere chiudo qui la storia, ma se dovessi vedere che la scuola fa melina e non tutela i diritti di mio figlio intendo seguire le vie legali. Siamo in attesa di vedere come si muove la scuola ma non ci devono essere alibi di alcun genere». A perseguitare lo studente sono i compagni di classe, «un gruppo abbastanza numeroso, una sorta di branco – spiega la madre – e poi c’è l’omertà del resto dei compagni». Il primo episodio grave è avvenuto a dicembre con un trauma alla gamba e una diagnosi di spostamento della tibia a causa di un calcio e la mandellese spiega: «Nostro figlio camminava a fatica e abbiamo preso atto della cosa, pensavamo a una stupidaggine di un compagno che aveva dato un calcio, non immaginavamo nulla del genere, abbiamo solo provveduto a curarlo. Non ci siamo voluti accanire contro la scuola pensavamo a un episodio sporadico». Purtroppo però le cose sono andate peggiorando: «Abbiamo notato dei cambiamenti in nostro figlio che non dormiva, era sempre più chiuso, aveva avuto un calo nel rendimento scolastico, pensavamo ad altri problemi, all’età. Abbiamo cercato di aiutarlo ma le cose non sono cambiate». La scoperta di quello che stava accadendo al ragazzo è avvenuta lunedì quando la mamma, che è insegnante, è tornata a casa dal lavoro: «Quando sono rientrata mi ha raccontato quello che stava accadendo e mi ha fatto vedere i vari lividi che aveva su tutto il corpo. Ha 14 anni si fa la doccia da solo e si cambia in camera sua e non ho avuto modo di capire cosa accadeva. Ho chiamato una professoressa che conosco e ho chiesto la sua collaborazione per avere dei consigli, quindi sono andata a scuola. Ho trovato le due insegnanti che mi hanno detto che cosa avevano visto. Lunedì gli hanno buttato le scarpe nella doccia, lui è entrato per riprenderle e lo hanno chiuso dentro, poi hanno riempito un cestino d’acqua e lo hanno buttato addosso. Da qui sono venute fuori tutte le storie di bullismo, di pugni, gomitate, sberle e pizzicotti appena non c’erano insegnati nei paraggi». Mercoledì la mamma è andata dai carabinieri e spiega: «La scuola deve prendere provvedimenti, io mi sono recata in caserma perchè devo tutelare mio figlio ma non voglio mettere nei guai nessuno. Se questa storia finisce e i responsabili saranno oggetto di provvedimenti io non farò denuncia perchè non voglio rovinare la vita di famiglie e ragazzi. Ma quello che hanno fatto è gravissimo e non deve passare senza conseguenze. Ho parlato già con alcuni genitori e non hanno difeso i figli anzi hanno dimostrato di essere persone a modo».”

images (7)Investire in programmi preventivi finalizzati alla promozione dei comportamenti prosociali concorre alla creazione di relazioni interpersonali positive. La prosocialità non solo incentiva le relazioni scolastiche, ma riduce anche la tendenza alla trasgressione o ad altri comportamenti antisociali quali vandalismo, furto, evasione scolastica. Inoltre, un ulteriore obiettivo significativo, da perseguire in un’ottica preventiva, è la responsabilizzazione dei ragazzi alla vita di comunità, attraverso il loro coinvolgimento attivo come risorsa e non come un problema da contrastare.

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