Giu 15, 2015 - generale    Commenti disabilitati su Ma che cos’è la dipendenza?

Ma che cos’è la dipendenza?

 

images (10)Ma che domanda è, tutti sappiamo cos’è…è ovvio! “Se vai in piazza o alla stazione vedi che è pieno di tossine…boh è la droga! Queste droghe sono dotate di forti impulsi chimici…ecco cosa significa dipendenza.

I tossicodipendenti sono spesso considerati come persone soggiogate, mosse all’azione da un circolo vizioso di assunzione/astinenza. Sebbene questo punto di vista possa sembrare attraente, è sostanzialmente sbagliato, (J.P.PJ. Pinel, Psicobiologia, pg. 321).

I tossicodipendenti, sono persone che abitualmente usano droga, ma non tutte le persone che usano droghe, sviluppano dipendenza, come mai? Cos’è che fa sì che ci siano persone che diventano tanto ossessionata da una droga, o da un comportamento, da non riuscire più a fermarsi? Negli ospedali per il trattamento del dolore severo, ci sono tante persone a cui vengono somministrati analgesici oppioidi, per lunghi periodi, di conseguenza, moltissime persone dovrebbero lasciare l’ospedale per finire alla ricerca di una dose per strada. Inoltre, come spieghiamo la dipendenza dal gioco, affettiva, dal sesso, dal computer? Sul tavolo da gioco, nel PC, non ci sono impulsi chimici images (11).

L’equivoco maggiore che riguarda la natura della dipendenza, concerne la sua relazione con la dipendenza fisica, molte persone le considerano la stessa cosa. La dipendenza fisica, non è il motivo principale della dipendenza…

Rat Park, (B.Alexander, anni ’70), docente di psicologia a Vancouver, sfidando l’assunto secondo cui le droghe causano un’immediata dipendenza, condusse un esperimento su un gruppo di topi.

Suddivise i topi in due gruppi.

images (9)Un gruppo venne collocato nelle gabbie tradizionali mentre, per l’altro gruppo, costruì un parco topi, una gabbia di lusso all’interno della quale i topi avrebbero avuto a disposizione sfondi colorati, il miglior cibo, gallerie, tanti amici e la possibilità di accoppiarsi.-YI-JU-removable-font-b-cartoon-b-font-Mitch-font-b-Rat-b-font-Park

Ad entrambi i gruppi venne data la possibilità di scegliere se bere acqua pura o acqua mischiata con gocce di morfina, tutti ovviamente finivano per assaggiare l’acqua di entrambe le bottiglie, non sapendo che cosa ci fosse dentro. Ma ai topi del “parco” l’acqua drogata non piaceva, generalmente la evitavano, consumandone meno di un quarto rispetto ai topi isolati. Nessuno di loro morì. E mentre tutti i topi, tenuti soli e infelici, ne facevano uso pesante, ciò non accadeva ad alcuno di quelli immersi in un ambiente soddisfacente. Alexander, non riuscì a far diventare dipendenti i ratti del ‘Rat Park’ anche dopo averli obbligati a bere morfina per due mesi, voleva capire se, una volta sviluppata una dipendenza, il cervello risultasse talmente tanto degradato da non potersi più riprendere, i topi mostrarono qualche problema d’astinenza, ma smisero di farne uso, tornando a vivere una “vita normale”.images (6)

Bowlby parlava di “dipendenza efficace” e dell’essere in grado, dalla culla alla tomba, di rivolgersi agli altri, per ricevere supporto emotivo. Gli esseri umani hanno una profonda necessità di formare legami ed entrare in contatto gli uni con gli altri. È così che ci gratifichiamo. Quando ci sentiamo insicuri, non accolti, diventiamo ansiosi, arrabbiati, rifiutiamo e restiamo distanti. Se non siamo in grado di entrare in “contatto” con gli altri, entriamo in contatto con qualsiasi altra cosa, carte, droga, alcool. Un alcolista si “lega” all’alcool perché non è stato in grado di legare, in modo altrettanto forte, con nient’altro, per cui il contrario dell’alcolismo non è la sobrietà, ma il contatto.

Sappiamo tutti che il fumo della sigaretta è uno dei più grandi generatori di dipendenza, il componente psicoattivo principale del tabacco è la nicotina. Quando furono sviluppati i cerotti alla nicotina ci fu un grande ottimismo, così come per la sigaretta elettronica, i fumatori di sigaretta avrebbero potuto godersi “la nicotina” senza le controindicazioni del fumo…

Ancora una volta, la storia che ci è stata raccontata sulle sostanze, come causa della dipendenza, per quanto vera, non è che un frammento all’interno di un mosaico più vasto. Ora cercare risposte certe al problema della dipendenza è come cercare di prendere l’acqua con le mani…c’è sempre qualche cosa che sfugge! Si cercano risposte che sono parziali, ma che possano, in qualche modo, gettare luce sulle vie da percorrere.

Tutto ciò riguarda tutti noi, perché ci costringe a pensare a noi stessi in maniera diversa. Gli esseri umani sono animali sociali, abbiamo bisogno di legami, di entrare in contatto di amare e di essere amati, non sono le droghe a portare alla dipendenza, a causarla è un disagio più profondo quella sensazione di isolamento dagli altri.