Mag 27, 2015 - Separazione    Commenti disabilitati su Voglia di…paternità!

Voglia di…paternità!

images (34)Paternità…

Durante la separazione, i membri della coppia sono talmente tanto coinvolti nella crisi che difficilmente, riescono a trovare le energie per altre cose, che non sia il loro conflitto. Se già nel quotidiano, nella normalità, i membri di una coppia a fatica riescono a distinguere il ruolo di genitore da quello di marito/moglie e uomo/donna, figuriamoci a seguito di una separazione. Dopo la disorganizzazione di rito, subentra l’organizzazione, ed è in questa organizzazione che spesso, i nuovi padri, non riescono a ritrovarsi. Ora:

accusare la madre, (quella stregabiancaneve2  che non ci fa vedere i figli);

la società, (che per come è strutturata non consente spazi);

il padre, (che per come mi ha educato…Dio ce ne scampi e liberi!).

Incolpare gli altri di ciò che non si riesce a fare nella propria vita, equivale a rifiutarsi di considerare se stessi responsabili. Rifiutando la responsabilità, o comunque addebitandola, il fallimento è garantito e anche giustificato.

Sebbene l’interesse per la figura paterna sia iniziato intorno agli anni settanta, e dagli anni settanta ad oggi siano stati fatti importanti passi avanti, l’immagine ed il ruolo paterno, sono tuttora, fortemente connotati, da una forte disparità e incongruenza. I dati delle ricerche testimoniano che le trasformazioni in atto riguardano la concezione dei rapporti interfamiliari, sono cioè le rappresentazioni dei rapporti fra i sessi, della paternità e della maternità, ad essere cambiati. In qualunque fase di sviluppo si trovino i figli ed in qualunque momento della separazione si trovino i genitori, è bene ricordare che il modo in cui gli stessi presentano la “ristrutturazione” dei rapporti, costituisce un elemento fondamentale per la costruzione dei significati dell’esperienza in corso.

mfLe risorse attivate dai genitori e dai figli in una prima fase dell’evento separativo, costituiscono delle risposte di tipo adattivo, aventi funzione analgesica e di recupero di un ordine rispetto allo stress dell’ignoto. La ristrutturazione di un rapporto, a seguito di una separazione, non è impresa di poco conto neanche per quelle coppie, particolarmente illuminate, in cui ci si sosteneva reciprocamente. La ridefinizione della paternità a seguito della separazione, senz’altro, richiede dei costi aggiuntivi.images (12)

Sempre più uomini mettono la famiglia al primo posto, alcuni rinunciano a dei trasferimenti, o a delle promozioni per poter trascorrere più tempo con la famiglia.

Dal sito I.S.P., Notizie in breve: “Dopo il “caso Cofferati” in casa nostra, altri due padri “eccellenti” rinunciano, in tutto o in parte, alla loro professione per occuparsi di più dei figli, rispettivamente negli USA e in Svizzera. Tony Fadell, 39 anni, creatore dell’iPod, lascia il posto di vicedirettore generale senior della Divisione iPod di Apple per stare più tempo con i due figli. Farà il consulente del presidente, con tempi molto più elastici. Anche la moglie, vicepresidente delle Risorse Umane nella stessa azienda, andrà via a fine anno per lo stesso motivo. Elmar Ledergerber, sindaco di Zurigo dal 2002, ha lasciato il posto per occuparsi a tempo pieno del figlio, quasi sedicenne. Insignito da un gruppo di ricercatori inglesi del titolo di “secondo miglior sindaco del globo”, Ledergerber ha detto fra l’altro: “Sogno di cucinare per me e per mio figlio e non di tornare a casa di corsa sbattendo nel forno in fretta e furia una pizza surgelata”.

download (20)Numerosi sono i movimenti degli uomini e dei papà ed i siti Internet a loro dedicati, alcuni uomini, stanno imparando il difficile mestiere di papà, abbandonandosi, ma non limitandosi, a fare ciò che le mamme hanno sempre fatto, e pian piano, questi uomini stanno cambiando il modo in cui i padri hanno storicamente programmato la mascolinità e la femminilità dei figli e conseguentemente la paternità. Questi movimenti sono, come per gli studi sulla paternità, agli inizi, ed anche se dei cambiamenti si sono verificati, la resistenza maschile a simili mutamenti è molto forte.

Dal sito I.S.P., Notizie in breve: “Ennesima tragedia legata alla separazione. A Pisa un padre ha ucciso a martellate i figli, di tre e sette anni, ha bruciato i loro corpi poi si è dato fuoco ed è morto. Secondo le notizie di stampa, l’uomo, Simone Parola, un ex fantino di 38 anni, non accettava la separazione, che si era conclusa una quindicina di giorni prima. Insieme alla madre dei bimbi era stato deciso che avrebbe tenuto i figli il sabato”.

Questi, sono ancora oggi, gli strascichi dei privilegi patriarcali sulle donne e sui figli. I crimini violenti sulle donne perpetrati da parte d’uomini conosciuti, partner, ex partner, padri, sono in aumento, le madri coniugate e non, che lavorino o che non lavorino, sopportano il novanta per cento delle responsabilità verso i figli; le leggi a favore delle donne e dei figli vengono redatte, o vietate, o non applicate ad opera di uomini, essi stessi padri. Se da un alto la resistenza maschile al cambiamento è molto forte, (d’altronde, chi glielo fa fare, i simboli del ruolo maschile sono decisamente più remunerativi), dall’altro lato, occorre sottolinearlo, il supporto femminile non è privo di colpe. Alcune donne sono intrappolate nel mito della sacralità del prendersi cura degli altri, sono disposte a fare qualsiasi cosa pur di “mantenersi un uomo”, coprono/giustificano il marito/partner arrivando addirittura a negare i comportamenti incestuosi, considerano gli uomini come dei grossi bebè da accudire e coccolare, deresponsabilizzandoli completamente.

La nuova paternità richiede molto più che desideri e buone intenzioni, gli uomini hanno il potere di effettuare cambiamenti che le donne, malgrado il loro vigoroso appoggio, non sono riuscite ad effettuare. Così come successe per i movimenti femminili, degli anni sessanta e settanta, che aiutarono le donne a prendere coscienza, di come fossero state defraudate e di come si fossero defraudate, così anche i gruppi maschili consentiranno agli uomini/padri di acquisire consapevolezza e di navigare in acque sconosciute come quelle dell’emotività, delle relazioni, del reame domestico, finora esclusivo appannaggio femminile. Sicuramente non è facile educare i figli/uomini in modo non sessista ed è altrettanto difficile educarli contrastando gli stereotipi della società, certamente per gli uomini abbandonare un passato patriarcale e i requisiti culturali del machismo (misura del pene, numero di donne, auto appariscente, e tutti gli altri arbitrari valori maschili), richiederanno tempo e fatica, ed anche qualche rinuncia!

 

 

 

 

Voglia di…paternità!ultima modifica: 2015-05-27T15:57:41+02:00da carla-p
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